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Eventi di Certaldo

“Certaldo,
come voi forse avete potuto udire,
è un castel di Val d’Elsa
posto nel nostro contado,
il quale, quantunque picciol sia,
già di nobil uomini e d’agiati
fu abitato”

Giovanni Boccaccio

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Dal Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti

➜ Arte e Storia


Palazzo Pretorio
Palazzo Pretorio

Dizionario geografico fisico storico della Toscana
di Repetti Emanuele

Comincia, si può dire, la sua storia dopo che questo castello dai conti Alberti passò sotto il libero dominio della Repubblica fiorentina; lo ché avvenne sulla fine del secolo XIII.

Si rammenta la prima volta Certaldo, come ereditario appannaggio dei conti Alberti, all'ocasione che l'imperatore Federigo I, con diploma del 10 agosto 1164, accordò al conte Alberto di Prato l'investitura di tutti i castelli che il di lui avo non aveva alienati; fra i quali possessi trovansi nominati Certaldo, Pogna e vari altri luoghi della Val d'Elsa.

Non corsero molti anni dacché i Fiorentini mandarono la loro oste sopra il castello di Pogna, ove era allora il detto conte Alberto ribelle della Repubblica, e quello ebbero e disfecero, mentre il suo signore fu condotto per ostaggio in città.

Onde liberarsi da tale servaggio il conte per atto pubblico si obbligò a disfare tutte le torri di Certaldo, e rilasciarne alla Signoria di Firenze l'alto dominio, riservandosi i tributi dei fedeli e i beni allodiali.

La ribellione posteriormente accaduta di Semifonte, il suo formale assedio, l'assalto e distruzione di quel famoso castello, diede l'ultimo tracollo a quei dinasti, giacché poco dopo la caduta di Semifonte Certaldo con tutto il suo territorio fu dichiarato distrettuale del contado della Repubblica di Firenze, che ben tosto lo destinò a residenza di un giurisdicente, e tre secoli dopo lo fece capo di governo di tutta Val di Pesa, di una parte di Val d'Elsa e del Val d'Arno, a partire da ponente a levante dal ponte a Elsa al pian di Ripoli inclusive, e da ostro a settentrione dai monti del Chianti sino al monte Albano.

Avvegnaché il suo Vicariato abbracciava le potesterie di Radda e Gajole, di Poggibonsi, di Gambassi e Montajone, di Castel fiorentino, di Empoli, di Montelupo, di Cerreto Guidi, di S. Casciano, di Montespertoli, di Barberino di Val d'Elsa, e persino quelle del Galluzzo e del Bagno a Ripoli, entrambe suburbane di Firenze.

Quindi non deve far maraviglia, se in un sol giorno furono condannati e messi a morte in Certaldo 16 ribelli.

Esiste tuttora nel luogo più eminente del castello il vecchio grandioso pretorio già residenza dei conti Alberti, le di cui esterne pareti sono coperte di armi gentilizie, molte delle quali di terra invetriata, detta della Robbia, coi nomi dei rispettivi Vicarj che costà tennero ragione.

Fra i giusdicenti più distinti stati a Certaldo merita di esser rammentato Lattanzio Tedaldi, per cura del quale, nel 1503, fu scolpito da Gio.

Certaldo fu derubato e arso nel 1479 dall'oste del papa e dal re di Napoli, allora in guerra con la Repubblica fiorentina.

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