Macelli: Canzoni e Musica d’Autore, di e con Gabriele Rizza

Sabato 5 dicembre, ”Per certi versi”

Recital performance reading cabaret.
O più semplicemente divertissement e intrattenimento.
Schegge danzanti fra parole e musica.
Percorsi aperti sul filo della memoria e della melodia.

Filastrocche versi ballate pensieri, motivi insomma, piccole cose che nascono dentro e arrivano piano come echi e riverberi, tracce e fantasie. In forma di canzone.

Fra jazz e piano bar. Con leggerezza e stupore.

Ecco ”Per certi versi”, happening di canzoni e musiche (d’autore) di e con Gabriele Rizza, giornalista del manifesto (e non solo), ”decano” della critica cinematografica e teatrale toscana che questa volta rivela un’anima divisa in due e si presta al palcoscenico nelle inedite vesti di chansonnier.

Un viaggio intimo, personale, che nello scorrere del tempo si è arricchito di canzoni e ballate, di cui ha composto testi e musica, di poesie vere e proprie alternate a rivisitazioni poetiche e scherzi di parole, calenbour e rebus linguistici.

Un viaggio che si snoda sulla scena con una ”padronanza” attoriale e cantautoriale che viene da lontano.

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, infatti, Gabriele Rizza faceva parte del sodalizio poetico dell’Incongrua Attesa, nelle cui fila militavano fra gli altri Davide Riondino e Paolo Hendel.

Il gruppo ha attraversato con baldanzosa sicurezza e costruttiva ironia il periodo d’oro della poesia visiva e dei grandi meeting poetici, sempre consapevole della propria inadeguatezza quanto supportato da un creativo slancio futurista.

Percorsi e memorie che si intrecciano in questo spettacolo.

Un piccolo recital denso di sorprese, sorretto da una fantomatica scaletta, improbabile scheletro di uno svolgersi degli eventi che lascia molto spazio all’improvvisazione e al rapporto con il pubblico.

Sul palcoscenico, a sorreggere l’impegno del nostro, un quartetto di musicisti che ha curato gli arrangiamenti delle canzoni e di volta in volta dialoga con le parole e i testi poetici creando leggere trame di sottofondo o slanciandosi in fraseggi di squisita coloritura jazz.

Lo compongono Gianni Stanghellini al sax e flauto, Antonio Cocchi al pianoforte, Fabrizio Calabrese al basso semiacustico e Vittorio Cocchi alla batteria.

Quattro musicisti toscani che provengono da diverse esperienze artistiche e culturali, contraddistinti però da un comune denominatore di chiara marca jazzistica.

Ambra Leoncini - 3/12/2009