Certaldo contro la vendita dei Beni confiscati alla mafia

Sabato 5 dicembre raccolta di firme in Piazza Boccaccio dalle ore 18

Domani a Certaldo, dalle 18 alle 20 in piazza Boccaccio, ma anche a Niscemi, Corleone, Campolongo Maggiore, Polistena, San Giorgio in Bosco (Padova); Galliera (Ferrara), Vittoria, Cascina, Follonica, Castelvetrano, Giovinazzo, Bari, e in centinaia di altri Comuni da Nord a Sud, in Italia verrà avviata la raccolta di firme contro la vendita all’asta dei beni confiscati alla mafia.

Sabato 5 dicembre, dalle ore 18,00, i sindaci che hanno aderito all’appello di Avviso Pubblico, scenderanno in piazza con la fascia tricolore per raccogliere le firme contro la l’emendamento del Governo che il prossimo 9 dicembre approderà alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.

Nell’appello lanciato da Avviso Pubblico: ”Una firma contro la vendita dei beni confiscati” i circa 170 sindaci aderenti all’associazione scenderanno nelle piazze principali della città, con la fascia tricolore, per invitare i cittadini a firmare l’appello di Libera contro la normativa che prevede la possibilità di vendere i beni confiscati ai mafiosi.

L’uso sociale dei beni confiscati alla mafia è stato sancito dalla Legge 109/96, sostenuta da circa un milione di cittadini che hanno firmato per chiederne l’attuazione.

Dal 1982 ad oggi sono stati confiscati 8.993 beni, di cui 5.407 destinati e 3.213 ancora da destinare. ”In qualità di presidente di Avviso Pubblico- afferma Andrea Campinoti, che sarà a raccogliere le firme in piazza Boccaccio a Certaldo - ho scritto una lettera al presidente Silvio Berlusconi, come portavoce degli innumerevoli sindaci che hanno manifestato il proprio dissenso circa la possibilità di vendere all’asta i beni immobili confiscati ai mafiosi.

Gli Enti Locali - continua Campinoti - sono i principali destinatari dell’assegnazione dei beni confiscati alle mafie.

Operando con associazioni e cooperative sociali, tanti amministratori locali hanno potuto constatare come l’uso sociale di questi beni contribuisca sensibilmente a dare credibilità alle istituzioni e a sottrarre quel consenso sociale di cui le mafie si nutrono.

Utilizzare i beni confiscati alle mafie e renderli agibili come scuole, centri di recupero per ragazzi tossicodipendenti, centri anziani, opportunità d’impresa ovvero per farne caserme delle forze dell’ordine è la dimostrazione concreta che si dà ai cittadini che lo Stato è più forte delle mafie, che lo Stato è in grado di controllare il territorio, che lo Stato è in grado di riconoscere i diritti fondamentali delle persone, a partire da quello all’istruzione, al lavoro, alla libertà di impresa e alla sicurezza.

In virtù di queste considerazioni- conclude il presidente- sento l’urgenza e l’importanza di chiedere al premier di dare ascolto alle testimonianze e alle esperienze degli amministratori locali e di intervenire affinché la norma votata al Senato il 13 novembre scorso sia ritirata.

Chiediamo, inoltre, che il premier si impegni per la costituzione di un’apposita agenzia nazionale che si occupi della materia.

Siamo convinti che attraverso questo strumento, e non con la vendita, sarà possibile accelerare i tempi di restituzione alla collettività dei beni e delle risorse che la violenza mafiosa ci ha indebitamente sottratto su tutto il territorio nazionale”.

Comune di Certaldo

Ambra Leoncini - 4/12/2009